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mercoledì 25 maggio 2016

#Federico Vitelli [INTERVISTA 50 SFUMATURE D'AUTORE]

1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti del tu?
Ma certo! Considerato il tempo che ci ho messo a rispondere è il minimo!

2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
Cominciamo dalla più facile: amo scrivere – scontato vero? Però non è il solo hobby che ho, suonare direi che viene a pari merito; a volta passa anche in prima posizione, soprattutto quando non riesco a mettere giù neppure due righe di dialogo o descrizione.
Lavoro per una società che raccoglie e distribuisce online i volantini, PromoQui – permettetemi un po’ di pubblicità!
Chi sono; domanda complicata. In 5 elementare mi assegnarono il tema “Descrivi te stesso”. Presi 4. Forse è meglio non approfondire questa domanda… Limitiamoci a Federico, over trentacinque, con tanta passione per la scrittura e la lettura – soprattutto fantasy e fantascienza.  

3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
O mamma. Non credo di avere una spiccata preferenza per un colore. È grave? Però qualcosina sul mio carattere posso dirvela comunque. Poi magari saprete dirmi voi quale sia il mio colore preferito!
Direi che le prime due cose che mi vengono in mente sono: testardo e caparbio. In poche parole ostinato, nel bene e nel male.  

4-Tre aggettivi per descriverti
Ostinato – questa era facile, detta prima; timido; anche troppo loquace.

5-Come dicono di te gli altri?
Beh, due cose sono abbastanza ricorrenti: prima di tutto che tendo a diventare logorroico quando mi si lascia troppa corda, ad esempio chiedendomi di parlare di scrittura o di musica. In secondo luogo, che assomiglio al T-Rex del fumetto “Che Vita da Mecha” (www.thesparker.com / Stefano Conte).
Ah beh, a volte dicono anche cose positive. A volte. 

6-Il giorno più bello della tua vita?
Deve ancora arrivare. Ma sono fiducioso.

7-Una cosa che ti rende felice?
Uhm… Quando sarà arrivato il giorno più bello della mia vita? Vale come risposta? Se devo ripiegare su una seconda scelta direi a pari merito: suonare e scrivere, sono cose che spesso combino anche fra loro.

8-Tre persone che stimi?
Beh, ovviamente me stesso (se conoscete il T-Rex vi sarà tutto più chiaro adesso); poi direi la mia famiglia – forse un po’ melensa come risposata ma diamo a Cesare quel che è di Cesare; infine Jim Butcher, se non ci fosse stato lui non avrei mai iniziato a scrivere.

9-Sei mai stato deluso/a?
Altroché. In varie gradazioni, da lievemente a mostruosamente. Ma direi che fa parte della vita.

10-Hai tatuaggi?
Dio me ne scampi! Tatuaggi e risvoltini non rientrano nella mia personalità.
11-Cos’è per te la scrittura?
Una valvola di sfogo. Un modo per fuggire dalla quotidianità e per rilassarsi in un mondo diverso e sconosciuto.

12- A quali scrittori ti ispiri?
Jim Butcher. E forse mi lascio influenzare anche troppo da lui.

13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Obiettivamente non ho un momento fisso, appena riesco a ritagliarmi un po’ di tempo mi metto giù e tento di scrivere qualche riga. Se sono fortunato qualche pagina. Se riesco a farlo di notte, meglio. Amo scrivere in quel momento.

14-Ti definisci una scrittrice impulsiva o riflessiva?
Beh, senza dubbio direi che mi definisco uno scrittore… A parte le battute idiote, direi che sono senza dubbio molto impulsivo durante la mia prima stesura. Le cose cambiando quando è ora di rileggere tutto il testo o di correggerne anche una sola porzione.

15-Scrivi a mano o al computer?
Computer e in cloud, almeno in questo modo non rischio di perdere centinaia di pagine di lavoro e posso mettermi a scrivere ovunque.

16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Il mio primo tentativo – meglio dimenticarlo – risale a quando avevo quindici anni, a penna; dopo pochi mesi ci rinunciai e lo ripresi in mano durante il primo anno universitario. Ancora devo finirlo ma non credo riuscirò mai a farlo.

17-Da piccola volevi fare la scrittrice?
Mai passato neanche per l’anticamera del cervello. A dirla proprio tutta odiavo sia leggere che scrivere.

18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un lavoro?
Si, certamente. Non la mia, purtroppo, e il motivo è duplice. Per prima cosa non mi ritengo uno scrittore fatto e finito, più in potenza che altro. In secondo luogo ritengo che il mio genere – urban fantasy – sia troppo snobbato in Italia, e tradurre l’opera in inglese mi presenterebbe più problemi che opportunità.

19-Per scrivere ti preparo una scaletta? Se si poi la segui?
Assolutamente sì! Anzi è proprio grazie a questa “trovata” che sono riuscito a portare a termine il mio primo libro. Di solito arrivavo attorno alle 150/160 pagine di word e mi perdevo; errori di coerenza, dubbi su perché ero arrivato a quella particolare scena e via dicendo, erano gli errori più comuni. Con il primo libro ho messo giù una scaletta approssimativa, solo 8 punti, poi ho iniziato ad approfondire questo metodo; il secondo volume della saga ha una scaletta composta da 30 punti, quanti i suoi capitoli, mentre l’ultima che ho preparato – il quinto libro, se mai arriverò a scriverlo – ne ha 44. E per completare la mia risposta, sì, cerco di seguire con molta attenzione il riassunto in punti che scrivo; se proprio non riesco e mi distacco dalla traccia, prima di proseguire cerco di riordinare il senso e la coerenza di ogni punto sulla base di quanto ho improvvisato.



20-Scrivi in ordine cronologico?
Di norma sì; al massimo flashback e simili. Le cose cambieranno nei libri futuri della mia saga, li sono previsti alcuni salti temporali.
Se è questo ciò che intendevate con la domanda!

21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Scrivo un po’ ovunque e appena ne ho la possibilità. Senza dubbio i luoghi tranquilli, durante le ferie, sono il posto più indicato ma non mi lascio condizionare.

22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Oh mamma, questa è lunga… Ho iniziato a scrivere Strane Cases più come esperimento che altro, infatti ero pronto a scommettere che lo avrei abbandonato. Nel 2012, invece, ho partecipato ad un concorso e a quel punto ho deciso di provare a finirlo. Ed eccoci qui. “Strade poco battute” rientra a pieno titolo nel genere urban-fantasy ed è il primo volume di una saga più lunga, Strane Cases. Credo sia il punto di arrivo di ogni mio passato tentativo di scrivere qualcosa e allo stesso tempo quello di partenza dei miei prossimi lavori. Ho finalizzato un’idea di come lo vorrei scritto e per questo ho apportato non poche modifiche e correzioni, in primis al mio modo di scrivere. Spero solo che tutto questo lavoro sia d’aiuto a rendere il secondo volume più completo e soddisfacente!   

23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
Edito con Lettere Animate, a partire da fine 2014.

24-Cosa pensi dei self?
A dire il vero non sono ancora riuscito a farmi un’idea precisa in merito. Il problema principale con il self, infatti, è che si tratta di uno strumento tanto positivo quanto negativo: da una parte concede a perfetti sconosciuti, come potrei essere io, la possibilità di farsi conoscere e apprezzare, dall’altra apre la piazza ad una sfilza di “autori” che si ritengono tali solo per il fatto di aver messo giù un po’ di righe in qualche cartella word.

25-Cosa pensi di chi paga per farsi pubblicare?
Su questo sono fortemente contrario. In primis le CE che chiedono soldi per pubblicare non hanno la mia stima; avrebbe più senso non retrocede alcuna royalty… I sistemi di self publishing che conosco non richiedono costi quindi, anche per chi desidera a tutti i costi la pubblicazione, non capisco per quale ragione un autore dovrebbe accettare di pagare una qualsiasi somma di denaro.

26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Onestamente non ne ho idea. Considerando però come funziona il nostro bel paese ho forti dubbi che cela si possa fare con le proprie forze. Suppongo funzioni tutto per raccomandazioni e spintarella anche in questo settore… Forse sono troppo negativo!

27- Ami i social network? Per un autore sono croce o delizia?
No, non li amo proprio. Li uso e cerco di avere una certa costanza ma alla fine il risultato è sempre lo stesso, dopo un paio di settimane che ci ho messo il naso me ne dimentico e le mie pagine restano abbandonate a sé stesse per uno o due mesi. Poi mi ricordo di averle e ricomincia il giro.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
A dire il vero non ho rapporti. Mi sento un po’ il ghostwriter di me stesso! Con gli amici che hanno letto il libro ovviamente la cosa è diversa, ma con i lettori sconosciuti non ho rapporti. Cerco di ovviare alla cosa parlando con loro nei miei libri, anche se molte persone mi dicono che rivolgersi al lettore sia una scelta stilistica infelice. Io comunque me ne frego, il mio personaggio è testardo quasi quanto me. 

29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Domanda che mi sono posto a mia volta anche troppo spesso. Assolutamente no. Perché? Per il semplice motivo che credo in quello scrivo, ma non mi credo abbastanza scrittore da volerlo fare a qualsiasi costo. Se a qualcuno piace quello che ho messo giù e vuole pubblicarlo, bene; in caso contrario me ne farò una ragione e continuerò a scrivere per diletto.

30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Sapere come farla ma soprattutto ricordarmi di farla. Vedi l’esordio di questa intervista, sarà più di un mese che dovevo finire queste 50 domande!

31- Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Data per assodata l’importanza di un bel po’ di fortuna, direi che la promozione è senza dubbio vitale per la notorietà della propria opera e in generale del proprio nome in quanto autore. Non è semplice stare dietro a tutti gli aspetti che contribuiscono a farsi pubblicità e spesso non si hanno proprio i mezzi e le competenze per farlo al 100%. Per questa ragione credo che la cosa migliore da fare sia quella di osservare i propri colleghi e cercare di capire in cosa sia povera la propria attività promozionale. E poi sarà necessario armarsi di tanta, tanta pazienza.

32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo della scrittura?
Per prima cosa di fermarsi un attimo e cercare di capire per quale motivo abbia deciso di affacciarsi su questo mondo. Se la motivazione è che un giorno si è svegliata/o e ha deciso di scrivere perché altri conoscenti lo facevano, allora è meglio che si fermi subito. Partiamo dal presupposto che uno scrittore alle prime armi facilmente non avrà la penna dei grandi autori passati o contemporanei – ritengo si possa migliorare con tanto, tanto esercizio, e con tanta, tanta lettura – ma almeno deve avere ben in testa ciò che vuole raccontare. Il desiderio di scrivere a mio giudizio deve nascere per prima cosa dal desiderio di raccontare qualcosa. Sembra banale come affermazione? Non penso, ci sono molte persone che partono da questa decisione: io voglio scrivere un libro. Bene; nonostante io sia solo uno scrittore emergente e alle primissime armi, mi sento di dire con forza che questo è il peggior punto di partenza da cui iniziare.

33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
Un’idea ricorrente che ho da tantissimi anni e che ho più volte cercato di elaborare in svariate forme, da libri a testi di canzoni e altro.

34- I personaggi sono reali o inventati?
I personaggi sono tutti inventati ma ognuno, o quasi, parte da una solida base autobiografica; ci trovate me, i miei amici, i parenti e persino alcune persone di cui non ho un buon ricordo.
Queste ovviamente hanno il ruolo di antagonista.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Ho una lunga lista di persone da ringraziare. Parte da un’amica che mi ha spronato a iniziare il libro e finisce, per ora, con un’altra che invece ha avuto la pazienza di leggere tutta l’opera e darmi consigli molto accurati e profondi. In mezzo ci sono tutti gli amici che hanno fatto la stessa cosa e ovviamente la mia famiglia che a sua volta non si è tirata in dietro da riletture varie. Credo proprio di aver avuto almeno cinque o sei teste diverse su cui fare affidamento per le correzioni!

36--Ultimo libro letto?
Changes da The Dresden Files di Jim Butcher; per la terza volta, ogni anno rileggo tutta la saga.

37-Che genere leggi?
Fantasy di ogni genere, ma in particolare urban che adoro e scrivo. Fantascienza, anche in questo caso di ogni genere. Stop. Non amo altro per il semplice fatto che per me la lettura deve essere una via di fuga dalla routine e dalla realtà. Se non c’è qualcosa di fantasioso e irreale non inizio neanche la lettura.

38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so copertina, trama, autore ecc.?
Autore solo se già lo conosco ovviamente; altrimenti un misto fra genere e trama (spesso vado a spulciare internet alla ricerca di blurp, sinossi o recensioni).

39-A quale autori non sai rinunciare?
Parliamo di nomi o di generi? Beh, con una risposta risolvo da solo il dubbio: Jim Butcher, è stato un vero fulmine a ciel sereno. Grazie a lui ho scoperto un diverso modo di scrivere e mi sono calato in un mondo che ho sempre amato, ma mai trovato prima nella letteratura – sarebbe ancora così se non leggessi in inglese.

40- Di cosa hai paura?
Di nulla! Ok, di tante cose. Una su tutte forse di raggiungere un momento determinato della mia vita e scoprire di aver intrapreso la strada sbagliata…

41-Dove vorresti vivere?
Canada, nella costa occidentale; forse nell’isola di Vancouver. E poi ovviamente a Belport, facendo Strane di cognome.   

42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Musica. Suono in una band metal e compongo. Diciamo che la vena creativa non si abbandona neanche lì.

43-Qual è il tuo sogno più grande?
Fare lo scrittore professionista e il musicista! Ed è proprio un sogno perché so quanto sia irreale!

44-Ti piacciono gli animali?
Si! Gatti e cani. Avevo un Golden che purtroppo è mancato, la mia cana Nanà. Anche Fred Strane ha un grande amore per gli animali, tano che vive in un appartamento con un husky e una grossa lince iberica!

45-Credi nella magia e nel paranormale?
Ok. Da una parte vorrei dire di sì, dall’altra mi sento un po’ ridicolo… Comunque, vorrei crederci!
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Preferisco vivere di giorno in giorno, pianificando massimo da qui ad un anno. Quindi non ne ho idea!!! Spero sposato, con figli, scrittore e magari anche musicista…

47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
Devo proprio rispondere? Potrei sembrare un disco rotto… Va beh… La saga The Dresden Files di Jim Butcher, forse Cold Days come libro specifico. La scelta dell’autore ricade su di lui perché trovo abbia uno stile unico, appassionante e divertente al contempo; la scelta della saga perché comprende tutto quello che amo del genere fantasy, in particolare dell’urban; la scelta del libro probabilmente perché è il primo dove finalmente si cominciano a tirare i fili della metaplot centrale a tutta la saga.

48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
La Cronache di Dragonlance, I Draghi del Crepuscolo d’Autunno. Era edito dalla Mondadori, quindi inizio anni ’90; avrò avuto dodici o tredici anni credo. Comunque all’epoca se leggevo una decina di libri all’anno era tanto…

49-Progetti per il futuro? Un nuovo libro nel cassetto?
Certo! Un’intera saga da completare. Al momento ho quasi finito il secondo – quindi preparatevi a vederlo prima o poi in giro su internet! Poi senza dar tempo al mio cervello di accomodarsi in poltrona inizierò subito il terzo.

50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo questa intervista?
Non mollate mai. Non date adito a chi vi critica per offendere e senza basi costruttive. Non ascoltate chi vi dice “perché mai dovresti farcela proprio tu?”. Andate avanti per la vostra strada e continuate a scrivere ogni piccolo momento libero della giornata.  



Grazie a Federico per l'intervista!

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