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giovedì 29 giugno 2017

Fabrizio De Sanctis [INTERVISTA: 50 SFUMATURE D'AUTORE]

1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti del tu?
Vorrei vedere…!

2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
Sono un sessantaquattrenne (il che mi rende vintage…) avvocato, soprattutto penalista. Ho una splendida figlia e un fantastico nipote (per il quale, da bravo scrittore di thriller, ho buttato giù due favole, ma non ditelo a nessuno…). A parte loro (e a parte l’amore per il giallo, letto, scritto o visto al cinema e in televisione), nella vita ho due grandi passioni: la musica (ebbene sì, suono in un gruppo blues-rock) e la Fiorentina.

3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
Il blu. Non so cosa possa significare. So soltanto che mi piace.

4-Tre aggettivi per descriverti
Vintage (appunto…), ostinato e, nonostante l’età, sognatore

5-Come dicono di te gli altri?
Meglio non approfondire… Di solito chi parla male non lo fa davanti; e di chi parla bene ho imparato a fidarmi il giusto.

6-Il giorno più bello della tua vita?
La nascita di mia figlia

7-Una cosa che ti rende felice?
Posso dirne due? Suonare e scrivere, non sempre in questo ordine

8-Tre persone che stimi?
Non faccio nomi, tanto loro si riconosceranno, spero: la mia collega di studio, il mio amico ex tassista e il mio bassista, col quale suono da quasi cinquant’anni.

9-Sei mai stato deluso/a?
Ho perso il conto delle volte…

10-Hai tatuaggi?
Per carità…

11-Cos’è per te la  scrittura?
Un hobby sarebbe riduttivo. Un modo per evadere dalla realtà di tutti i giorni, banale. Diciamo una via per essere completamente me stesso

12- A quali scrittori ti ispiri?
Quando ne hai letti una valanga, si dice male. Un nome per tutti? Jeffery Deaver

13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Preferibilmente di notte

14-Ti definisci uno scrittore impulsivo o riflessivo?
Impulsivo, assolutamente

15-Scrivi a mano o al computer?
Computer. Le giunture…

16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
A cavallo fra il 2010 e il 2011. Quando ho deciso che l’idea di base valeva la pena.
17-Da piccolo volevi fare lo scrittore?

Ne è passata di acqua… Certo è che la lettura, prima o poi, fa venire voglia…

18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un lavoro?
Magari…

19-Per scrivere ti prepari una scaletta? Se si poi la segui?
No (e forse è un difetto). So l’inizio e la fine; quello che c’è nel mezzo nasce via via

20-Scrivi in ordine cronologico?
Sì.

21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Non necessariamente. Certo, un giardino, sotto un albero…

22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
In ordine di creazione:
“Format” (edito nel 2014): un serial killer costringe una televisione locale fiorentina a mettere in piedi un reality show, nel quale il pubblico dovrà decidere chi, fra due persone rapite, dovrà essere ucciso.
“Minchiate” (edito nel 2016): un truffatore dotato di poteri paranormali e un assassino che odia cartomanti, medium e simili, incrociano le loro strade, e il truffatore diventerà il bersaglio finale. Su ogni scena dei delitti, l’assassino lascia una carta, una Minchiata, antico mazzo fiorentino simile ai tarocchi (ci giocava anche Lorenzo il Magnifico…). La polizia dà la caccia ad entrambi, ma alla fine il commissario Siciliano (che è il protagonista di tutti i miei romanzi) dovrà fare una scelta non facile.
“Una Vendetta Quasi Perfetta” (edito nel 2015): scritto in un mese e mezzo causa scadenza dell’invio dei manoscritti per il Premio Alberto Tedeschi del Giallo Mondadori. All’epoca si chiamava “L’Ultima Corsa” e arrivò tra i finalisti. La vicenda: ogni venerdì un misterioso assassino uccide un tassista e cerca di coprire il movente uccidendo anche una prostituta e un travestito; sullo sfondo, una sordida vicenda di usura. Ma sarà questo il vero movente?

23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
Editi. “Format” da Fratini Editore. “Minchiate” da Porto Seguro Editore. “Una Vendetta Quasi Perfetta” da Libromania.

24-Cosa pensi dei self?
Non do giudizi. Credo che ci si debba confrontare con il giudizio degli altri sempre, a cominciare dalla pubblicazione

25-Cosa pensi di  chi paga per farsi pubblicare?
Ripeto: non giudico. Ma a pagamento si pubblica di tutto, secondo me, e la qualità non conta

26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Risponderò con un dialogo immaginario (ma non tanto) che ogni tanto rivendo nelle presentazioni. “Hai talento?” “No” “Hai soldi per un buon ufficio-stampa?” “Sì” “Allora non ci sono problemi”.

27- Ami i social network? Per un autore sono croce o delizia?
Sono andato su Facebook all’epoca della pubblicazione di “Format” per ragioni “pubblicitarie”, spinto dall’editrice. Alla fine i social prendono la mano, confesso. Ma per un autore sono più delizia che croce (almeno finché ci sono buone reazioni…)

28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
Ho il mio zoccolo duro di “fans” e me li tengo stretti. Vorrei dire che scrivo a prescindere dal possibile pubblico, ma la realtà è che, sotto sotto, la domanda “Questo piacerà?” viene sempre fuori. Di sicuro, il primo romanzo l’ho scritto solo per vedere se ero capace.

29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
In effetti è peperina… E risponde uno che si è già dovuto “piegare” a cambiare un titolo per un altro, scelto dalla casa editrice, non proprio di suo gradimento… Risponderò con molta sincerità: agli inizi (che per me sono ancora tali…) non hai potere contrattuale e tutto dipende da quel che ti prefiggi; se la prospettiva è fare adesso come vogliono loro per poi ottenere autonomia, forse sì…

30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Lo scetticismo del pubblico nei riguardi degli scrittori emergenti. In Italia si pubblica molto, forse troppo in rapporto al numero dei lettori. E la gente preferisce andare sul sicuro, sul nome collaudato, senza preoccuparsi di rischiare. Del resto i libri costano…

31- Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Dipende dal tipo di promozione. Sulle presentazioni comincio a diventare scettico. I consigli sui social, invece, forse sono più efficaci

32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo della scrittura?
Di scrivere per sé, senza preoccuparsi del dopo, dell’eventuale pubblicazione.

33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
Per “Format”, l’assoluta idiosincrasia per i reality. Per “Minchiate”, la voglia di affrontare il mondo dei “maghi” e la passione per quelle carte tutte fiorentine. Per “Una Vendetta…”, la conoscenza del mondo dei tassisti e la sfida con me stesso di scrivere, rivedere e correggere 250 cartelle in un mese e mezzo…

34- I personaggi sono reali o inventati?
Inventati. Ma non si inventa mai nulla… A cominciare dal protagonista…

35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
All’inizio il mio amico tassista e colui che oggi è mio genero. Col tempo, l’apprezzamento dei lettori, detto senza modestia…

36--Ultimo libro letto?
L’ultimo Jeffery Deaver…

37-Che genere leggi?
Quasi esclusivamente thriller, ormai. I “classici” me li sono fatti quasi tutti in gioventù.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so copertina, trama, autore ecc.?
Consigli, trama… a parte determinati autori…

39-A quale autori non sai rinunciare?
Appunto… Jeffery Deaver, Michael Connelly, Lee Child.
40- Di cosa hai paura?
Dei rettili. E di chi si spaccia per amico

41-Dove vorresti vivere?
A Bruges. O a Parigi

42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Come detto, la musica

43-Qual è il tuo sogno più grande?
Riuscire a mantenermi giovane di spirito. Ma la vita, spesso, si premura di sbatterti in faccia che ormai sei vecchio…

44-Ti piacciono gli animali?
Assolutamente sì!

45-Credi nella magia e nel paranormale?
Bella domanda fatta a chi ha scritto un romanzo che ne parla… La risposta sarebbe molto articolata, anche perché in quel mondi i ciarlatani abbondano. In sintesi, per principio non escludo nulla

46-Come ti immagini tra vent'anni?
Una domanda di riserva? Vista l’età…

47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
“Debito di sangue” di Michael Connelly. Perché il romanzo è perfetto e perché l’autore, dopo tanti anni, non ha perso un grammo di freschezza e inventiva

48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Sei anni. Pinocchio

49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Una raccolta di racconti “giovanili” a metà fra il grottesco e l’horror, con una storia a sé che fa da filo conduttore. Un romanzo già finito, e sicuramente da rivedere, e al vaglio, quando potrà, del mio editor di fiducia. E tre romanzi in gestazione. Tutto, però, non dipende da me…

50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo questa intervista?
Di tenere conto delle critiche (quando non sono pretestuose o semplice sfoggio di saccenza). Di non crogiolarsi sugli apprezzamenti, di qualunque genere. E di continuare a scrivere, sempre e comunque

Grazie a Fabrizio per l'intervista!



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