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mercoledì 13 luglio 2016

Alex Astrid alias Giorgia Pollastri [INTERVISTA 50 SFUMATURE D'AUTORE]

1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti del tu? Ovvio, è sempre molto “inquietante” quando mi danno del lei… mi sento ancora molto più piccola dei miei 18 anni appena compiuti :P
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
Allora… prima di tutto buongiorno a tutti!
(non vorrei sembrare maleducata…). Sono Giorgia  Pollastri, ma aimè, non nutro nessun affetto per il mio nome: per gli amici ( o per chiunque mi conosca e preferisca evitare un pugno) sono Gio, con la “o” obbligatoriamente chiusa. Fino a qualche anno fa le mie compagne di classe, quando eravamo tutte nella fase super truxxetta ( senza offesa per nessuno) , preferivano usare “Polla”… ma vi prego, evitate ahah
Firmo i miei romanzi ( e tutto quello che scrivo) con “Alex Astrid”, abbinamento di nomi direi quasi del tutto casuale, ispirato parzialmente da Alexander Lightwood di Cassandra Clare ( sì, lo so che si chiama Alec, ma non potevo copiarlo così spudoratamente) e da un personaggio di Bianca Pitzorno che ha fatto parte della mia infanzia.
Che lavoro faccio? Studiare conta? Io direi di sì… studiare non mi dispiace, anzi, quando il tema mi appassiona ( e capita spesso) divento una vera secchiona.
Cosa amo fare nella mia vita? Mmh… per descrivermi bastano poche parole: Riccardo, musica latina, braccialetti colorati e libri ( l’ordine di importanza varia a seconda dell’umore del giorno). Riccardo è il mio ragazzo, che quindi sono obbligata a inserire nella lista delle passioni ahahah nonché il protagonista maschile del mio secondo romanzo “Vuoi conoscere un casino?”. Occhi azzurri e capelli “biondo Emma Carstairs”, non aggiungo altro. Adoro ballare tutto ciò che in qualche modo possa essere ricondotto all’America Latina, e sono particolarmente innamorata di Santana ( che va beh è messicano, ma ci siamo quasi…) e Wisin y Yandel (reggaeton).
Con “braccialetti colorati” intendo quei bei braccialettini di corda che si comprano in estate al mare… ne porto …ehm… una ventina in tutto? Tra polso e caviglia. Ho un diario in cui archivio con cura tutti i piccolini appartenuti alla mia collezione e che si sono, purtroppo, strappati.
Libri, di certo non ultimi per importanza… ma dai, insomma, se state visitando un blog letterario, mi capite tutti.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te? Si dovrebbe chiamare “verde petrolio”, il mio colore preferito… non sono molto sicura che questo termine esista davvero, ma da sempre lo chiamo così… non è esattamente verde, sembra quasi blu a volte… non è verde e non è blu, è un po’ confuso, no? Mi descrive bene: io sono la ragazza dell’eterno casino, della perenne indecisione, della totale confusione.
4-Tre aggettivi per descriverti.
Ne riprendo due dalla domanda precedente: indecisa e confusa… per il terzo, posso usare stronza? Oppure se vi sembra troppo volgare, dite pure che sono un pochino un’egoista senza cuore a volte ahah
5-Come dicono di te gli altri? Non dovreste chiederlo a me… Suppongo che qualcuno mi adori (con gli amici sono molto tenerina) e che qualcun altro mi detesti (con “i nemici” sono peggio delle Erinni).
6-Il giorno più bello della tua vita? Mi dispiace, non si può dire eh eh eh
7-Una cosa che ti rende felice? Riccardo.
8-Tre persone che stimi? Mio papà, il mio prof di italiano e France Mas ( cioè tre perfetti sconosciuti per tutti voi)
9-Sei mai stato deluso/a? Certo.
10-Hai tatuaggi? Nope.
11-Cos’è per te la  scrittura? Uno sfogo: spesso è l’unico modo per rendere “carino” un sentimento fastidioso, doloroso, indefinibile, esagerato.. .quando qualcosa, qualunque cosa, mi turba, cercare di esprimerlo, descriverlo scrivendo, mi aiuta a mettere a fuoco la paura, l’ansia, la tensione, un ricordo che fa soffrire, li metto a fuoco e li osservo diventare man mano più chiari, più definiti, e più meravigliosi. Si trasformano in qualcosa di bello, di appassionato, di apprezzabile… diventano belle parole, diventano quasi artistici. Scrivere mi dà l’impressione di poter trasformare il brutto e il male in uno spettacolo di lettere e sentimenti.
12- A quali scrittori ti ispiri? Non mi ispiro a nessuno in particolare… cerco di risultare un po’ simpatica (stile John Green), ma spesso, come mi accade nella vita di tutti i giorni, la mia ironia la capisco solo io. Per la struttura di “Vuoi conoscere un casino?” la fonte è sicuramente “The perks of being a wallflower” di Chbosky.
13-Quando scrivi di notte o di giorno? Ehm… di giorno, di solito dopo pranzo o la sera dopo cena. Di notte dormo ;)
14-Ti definisci una scrittrice impulsiva o riflessiva? Assolutamente impulsiva, non  penso mai a quello che scrivo, non programmo in alcun modo il testo, e nemmeno lo rileggo finché non ho finito di scrivere tutto quello che mi passava per la testa.
15-Scrivi a mano o al computer? Entrambi.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro? A metà della terza media, quindi 4 anni fa più o meno.
17-Da piccola volevi fare la scrittrice? No, da piccola volevo fare la scienziata e inventare un super motore ad acqua che non inquinasse il mondo.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un lavoro? Spero … se anche non dovessi vivere di romanzi, mi piacerebbe fare la giornalista.
19-Per scrivere ti prepari una scaletta? Se si poi la segui? Scaletta solo per la trama, non per un singolo passaggio… ma la modifico molto spesso, in corso d’opera.
20-Scrivi in ordine cronologico? No, infatti poi è un’impresa riordinare le varie parti scritte.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere? Lo studio di mia mamma: è il posto più fresco e luminoso della casa in estate  e il più silenzioso in inverno.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro? Libri scritti: due. Guardami e Vuoi conoscere un casino?.
Il primo è senza alcun dubbio un esperimento, un iniziale tentativo di scrittura, un insieme di storie lette e mescolate la loro, con l’aggiunta di eventi e amici reali. Un lavoro un po’ infantile, una pennellata di piccoli sogni romantici, la rappresentazione di come, quando avevo 14 anni, avrei voluto che fosse la mia vita a 17. Ora che ne ho 18 di anni, quei sogni se ne sono andati, sono cambiati, hanno mostrato la loro dolce stupidità, e la loro irrealizzabilità.
Vuoi conoscere un casino?, iniziato un annetto dopo, a settembre della seconda superiore, e ritoccato fino a qualche mese fa, mostra un po’ più di consapevolezza, è più realistico, meno campato per aria. In questo romanzo, la protagonista e narratrice, Giorgia, di anni ne ha 15, è quindi più giovane di Alessandra, il soggetto di Guardami, e, sebbene le due condividano l’attesa dell’amore romantico e del principe azzurro, Giorgia vive sulla Terra, Giorgia soffre come un essere umano, Giorgia cambia, cresce e matura, al contrario di Alessandra. Giorgia impara ad affrontare piccoli problemi e veri drammi per diventare più forte e più donna.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi? Il primo, Guardami, autopubblicato ( era un po’ un esperimento); il secondo, Vuoi conoscere un casino?, edito dalla Ciliegio di Como.
24-Cosa pensi dei self? È un buon modo per fare un tentativo, considerando quanto poco le case editrici    (non a pagamento) siano disposte a investire sugli autori emergenti … ma ovviamente il “fai-da-te” è molto complesso. Prendo per esempio la mia situazione: correggere e impaginare e preparare la copertina e fare pubblicità per Guardami è stato tremendo se paragonato al lavoro su/per Vuoi conoscere un casino?, nel quale la maggior parte delle azioni è stata gestita dalla CE.
25-Cosa pensi di  chi paga per farsi pubblicare? Mi sembra un’azione un po’ sciocca, senza offesa per nessuno… si spendono soldi che non si è certi di poter recuperare. E poi un editore che è già stato pagato da “te” non ha alcun interesse ad aiutarti davvero nella promozione di un libro. Queste sono solo idee random di una ragazzina che del mondo della scrittura capisce ancora poco, sia ben chiaro …
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze? Ripeto quanto detto sopra: del mondo dell’editoria so molto poco… ma credo che sia molto difficile attirare l’attenzione di un grande editore senza qualcuno che ti permetta di entrare realmente in contatto con quella CE.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o delizia? Ho 18 anni, per forza amo i social network ahah no, va beh, non li uso nemmeno molto: oltre a facebook non ho altri account. Sono sicuramente molto utili per farsi conoscere, per un qualunque tipo di pubblicità, per mantenersi in contatto con i lettori, per essere presenti sulla scena in modo attivo e non solo come ombre passive, per diventare più di un nome su una copertina.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori? Aspetto l’uscita di Vuoi conoscere un casino? per rispondere alla domanda… aspetto di avere dei lettori.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti? Dipende da cosa dovrei modificare della mia opera… partiamo dal presupposto che la domanda è molto inverosimile, perché nessuna grossa CE avrebbe bisogno di stravolgere il lavoro di uno sconosciuto/ autore emergente per renderlo appetibile, semplicemente non sceglierebbero quel lavoro se non si adattasse alle loro esigenze. Tralasciando questi dettagli… non cambierei  molto il contenuto e soprattutto non toccherei la forma. Il mio modo di scrivere, ne sono consapevole, non è lineare, è molto… spiraloso (?) ahah non so se esiste un termine per descriverlo: immaginate una corda sottile, che si avvolge su se stessa, prima a spirale, poi fa dei cerchi, poi di nuovo a spirale, poi delle curve, poi spezzata, poi dritta, poi si ferma e torna indietro… insomma un labirinto quasi insensato. Non lascerei mai a nessuno la possibilità di togliermi questa discutibile espressività. Se scrivessi frasi “sempre dritte” non sarei più io.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro? Farmi conoscere al di fuori della cerchia di amici, compagni, parenti. Rendere il romanzo appetibile per chi non ne sa quasi nulla e non mi conosce personalmente.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro? Tanto, soprattutto quando si è un “nessuno” ed è necessario attirare l’attenzione in qualche modo.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo della scrittura? Non do consigli, anzi, li chiedo!
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto? Sia Guardami che Vuoi conoscere un casino? includono fatti realmente accaduti a me o ai miei amici, quindi l’ispirazione viene dal mondo di tutti i giorni: da ciò che osservo per strada, da quello che mi raccontano amici e parenti, da ciò che succede a scuola, da eventi di attualità che mi toccano particolarmente e quasi sempre casualmente…
Soffermandoci su Vuoi conoscere un casino? : è quasi una autobiografia, una ripresa romanzata ( e a volte esagerata) di un incontro e di una storia che mi hanno segnata indelebilmente. Ho iniziato a buttare giù le prime righe quando il ragazzo del romanzo mi ha spezzato il cuore… avete presente quel momento in cui ti rendi conto di esserti innamorata veramente di qualcuno? Quella prima cotta che non resta solo una cotta, quel ragazzo/a che diventa fonte di sorrisi e di gioia, quella persona che ti dà tutto e che vorresti sempre, l’unica persona a cui ti mostreresti per come sei senza nessun velo e finzione… Quei baci che non sono solo limonare tra ragazzi, quando le farfalle nella pancia le senti veramente e capisci cosa intendi quando la mamma ti diceva “quando sarai innamorata anche tu, capirai”. Io con lui avevo capito, mi ero innamorata. Ma non era ancora arrivato il nostro tempo ( questa risposta sta diventando un racconto da soap opera)… così sono nate le prime pagine di Vuoi conoscere un casino?, che piano piano è diventato un modo ( un po’ masochista) di ricordare ogni dettaglio. Un diario, insomma, che ho trasformato in romanzo.
34- I personaggi sono reali o inventati? Reali al 90%. Qualcuno ha sofferto i cambiamenti imposti da una mia visione leggermente idealizzata/ distorta della realtà.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura? Sempre e per sempre la mia famiglia. Hanno tutti grande fiducia in me.
36--Ultimo libro letto? La Signora della Mezzanotte. Piccolo commento: mannaggia alla Clare, io voglio il seguito.
37-Che genere leggi? Sono una tipa molto da fantasy e young adult … anche se per quest’estate mi sono promessa di farmi una cultura decente e leggere autori come Dostoevskij e Shakespeare.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so copertina, trama, autore ecc.? L’autore influenza molto: per esempio qualunque libro uscito dalle mani di Cassandra Clare deve per forza trovare posto sulla mia libreria… per il resto vado abbastanza a caso, se la trama ispira, parte l’acquisto compulsivo.
39-A quale autori non sai rinunciare? Mi sa che sto diventando noiosa a ripeterlo, ma… Cassandra!
40- Di cosa hai paura? Di non essere all’altezze delle aspettative altrui/mie. Ho alte pretese e detesto non raggiungere un obiettivo prefissato.
41-Dove vorresti vivere? In Costa Azzurra, un posticino come Biot, vicino ad Antibes.

42-Hai altri hobby oltre la scrittura? Attività fisica di qualunque tipo… è una delle mie ossessioni. Adoro correre, ballare, allenarmi in qualunque modo possibile e immaginabile: mi aiuta a rilassarmi e a pensare lucidamente. Lo trovo un metodo molto efficace per sviluppare la determinazione e la testardaggine per non mollare mai.
43-Qual è il tuo sogno più grande? Fino a qualche tempo fa avevo un disegno ben delineato in mente… ultimamente sto cambiando qualche dettaglio...
44-Ti piacciono gli animali? In generale sì, non molto quelli viscidi e striscianti, o quelli grossi e feroci che potrebbero farmi a pezzi in cinque nanosecondi.
45-Credi nella magia e nel paranormale? A 13 anni pensavo di poter spostare gli oggetti con il pensiero: ho trascorso i tre mesi estivi seduta in piscina ad allenarmi, cercando di far muovere il retino solo fissandolo. Questa fase ora è passata… tranne in alcuni rari momenti.
46-Come ti immagini tra vent'anni? Non mi immagino, sono una bambina che non vuole crescere io.
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè? Nonostante le mie lodi alla Clare, il mio libro preferito è “The perks of being a wallflower” , probabilmente perché l’ho letto nello stesso periodo in cui ho iniziato a scrivere Vuoi conoscere un casino? e per questo è stato parte del caos emotivo del momento, che l’ha reso dolce e struggente più di quanto avrebbe potuto essere in un altro momento.
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro? Ehm… prima elementare? E suppongo che i primi libri (letti di spontanea volontà) fossero Geronimo Stilton.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto? Sto leggendo e “studiando” il Vangelo, da utilizzare come fonte per il mio prossimo romanzo… voglio tentare con il fantasy.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo questa intervista?
Non so quanto possa c’entrare… ma concluderei con una citazione di Leo Buscaglia, alla quale sono molto affezionata.
“A ridere c'è il rischio di apparire sciocchi;
a piangere c'è il rischio di essere chiamati sentimentali;
a stabilire un contatto con un altro c'è il rischio di farsi coinvolgere;
a mostrare i propri sentimenti c'è il rischio di mostrare il vostro vero io;
a esporre le vostre idee e i vostri sogni c'è il rischio d'essere chiamati ingenui;
Ad amare c'è il rischio di non essere corrisposti;
a vivere c'è il rischio di morire;
a sperare c'è il rischio della disperazione e
a tentare c'è il rischio del fallimento.
Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.
La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l'angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava.
Ha rinunciato alla libertà.
Solo la persona che rischia è veramente libera.”
Grazie a tutti! E buona vita J

 Grazie a Giorgia per l'intervista!


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